Visit Luino

La villa fu iniziata nel 1907 per l’ingegnere Emilio Carissimi, forse originario di Agra. Con buona probabilità, l’architetto fu Vincenzo Morandi, nativo di Cadero (in Val Veddasca) e molto attivo nella trasformazione di Luino e zona nei primi decenni del Novecento. La posizione della villa, in forte pendio sopra l’abitato di Colmegna, non permise l’innesto della torretta, mentre l’intero fronte della villa poteva usufruire di una aperta vista sul lago. Il dislivello è superato elevando la villa sopra un basamento con poderose arcate a sorreggere un ampia terrazza. Il blocco compatto è spezzato dal rientro delle ali laterali e, soprattutto, dal rilievo conferito alla parte centrale, in aggetto rispetto al filo di facciata e elevata sopra il tetto con un abbaino.
L’apparato decorativo è di estrema qualità: il basamento è fasciato da un motivo a bande, ciascuna rastremata verso l’interno, così da creare un profilo a sega; le arcate terrene presentano una testa di leone con le fauci spalancate come chiave di volta degli archi depressi; le balaustre dei balconi hanno specchiature arcuate al centro per ospitare i ferri piegati in linee curve punteggiate di rosette in ferro; le lesene lisce agli angoli delle fronti sono coronate da capitelli con visi femminili da cui scaturiscono mensole di ferro e legno poste a sostegno della gronda. Ne consegue un ritmo ascendente che aveva la sua conclusione oltre il tetto in acroteri decorati di ferro, aereo dettaglio oggi rimosso. Al centro della facciata campeggia una finestra tripartita di forma vagamente ellittica, circondata da una cornice lobata alla base e coronata da una testa muliebre. L’interno è ancora parzialmente conservato e ora oggetto di un attento restauro da parte dei proprietari: per gran parte lo spazio è occupato da un monumentale scalone di pianta quasi quadrata, attorno a cui gli ambienti si dispongono a L.
Lo scalone, con elegante balaustra e lampioncino di invito in ferro, è illuminato da una finestra circolare al primo piano, da una trifora al secondo e da un bifora al terzo: la successione di queste aperture si coglie sul retro del fabbricato. La volta del soffitto è decorata da un affresco al cui centro è una figura femminile distesa in un paesaggio appena accennato; lungo le pareti la boiserie dipinta simula i decori a foglie presenti sulle facciate, nei riquadri del sottogronda.

Ubicazione